Adesso basta. Facciamo PACE

Di Cinzia Aicha Rodolfi

Fare davvero Pace, come si dice ai bambini, significa abbandonare qualsiasi risentimento, guardarsi negli occhi, sorridersi e stringersi la mano oppure addirittura abbracciarsi, tornare ad essere amici promettersi di rispettarsi e non farsi più del male.

Come si può abbandonare risentimento nei confronti di chi, credendosi di poterlo fare legittimamente, ma sulla base di un vecchio sopruso, ti telefona, ti manda un avviso oppure suona il campanello e ti dice: “Esci dalla tua casa perché domani sarà l’ultimo tuo giorno in questa abitazione ed io sono gentile ti avverto prima di distruggere la tua vita e tutti i tuoi ricordi, tutto ciò che hai e la tua dignità, ma qui non puoi più stare perché da domani ci vengo io”.

Io direi di non avere più parole, ed invece non riesco a fare a meno di parlare, pensare e urlare la mia rabbia che mi dicono essere di parte solo perché sono musulmana e questo non riesco ad accettarlo, perché contestualmente al fatto di avere la Fede in Allah ho, grazie a Dio, la facoltà di ragionare.

Mi chiedono di partecipare a cortei pacifici, certo, dove italiani come me sventolano bandiere palestinese ed israeliana. Come dire sono neutrale ed io rispondo che mi rifiuto perché non riconosco la bandiera di uno Stato che legittima anzi finanzia massacri brutali indistinti e il volontario esplicito arrogante tremendo voler annientare un popolo.

Come si fa a chiedere di far pace a tutte quelle famiglie che sono state, ognuna indistintamente, mutilate dei propri cari, affamate, rese rabbiose, massacrate nell’anima, nel cuore e nella ragione, violentate psicologicamente perché si vuole far loro credere che la loro scelta autonoma del 2006 quando hanno votato per Hamas è la causa della loro stessa terribile sventura?

Come si può obbligare un popolo ad accettare tutta la violenza, arroganza e ingiustizia subita non solo dal suo vicino che li bombarda, ma dall’intera stampa mondiale che restò imparziale e discreta, e che solo dopo i 500 morti ha cominciato a dover dire che forse si stava esagerando?

Come si fa a non desiderare giustizia e che lo Stato che ha mancato di rispettare l’accordo protraendo un assurdo embargo illegale e massacrato il 50% dei bambini non paghi per le sue enormi colpe?

Come si fa a vantare buonismo e imparzialità senza rendersi conto della propria esplicita voluta omertà nei confronti dei carnefici?

Come possiamo chiedere a quei padri e madri semplicemente di far pace? 

Creature di Dio, tutte indistintamente insieme ad animali e piante, ci dice il Nostro Signore, degne di rispetto, ma quale rispetto hanno avuto le creature nate nella striscia di Gaza? Quale rispetto avrebbero i superstiti da formali accordi bilaterali di pace senza il giusto riconoscimento perlomeno delle oggettive responsabilità ?

Quale giustizia possiamo continuare a sbandierare e sperare per un futuro se non abbiamo la forza di ragionare, uscire dagli schemi, dalle simpatie e non accusiamo fortemente?

Il criminale qualunque che uccide forse per disperazione deve essere condannato, invece uno Stato che massacra un’intera popolazione viene solo messo in discussione, peraltro una discussione politica! E ancora seduti in assurdi salotti si dibattono e si pesano le colpe delle due parti?  Augurandomi una pace davvero improbabile, mi si stringe il cuore pensando all’ingiustizia diffusa e all’ottusa cecità della mia società perciò dico che difficile marciare camminando nell’ipocrisia di una discussione dove le basi crollano come castelli di sabbia, quella stessa lanciata dai bimbi palestinesi contro i carri armati.

Il Crimine continua e TU cosa fai?

       

 

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